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  • di Stefania Severi

Caravaggio a Patrica (col sottotitolo “Un uomo in compagnia della sua solitudine”) è un atto unico teatrale che, in 18 scene, ripercorre la vita del grande pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. L’autore, Alberto Macchi, scrittore, attore e regista, ha ripreso, ampliandolo, un suo testo pubblicato nel 1995 col titolo L’Uomo Caravaggio, che era stato da lui messo in scena già nel 1992. Le aggiunte odierne sono relative ad un probabile, anche se non documentato, soggiorno del pittore a Patrica nel Frusinate, elemento che ha offerto l’imput alla nuova pubblicazione alla quale ha collaborato la pro Loco di Patrica. Si tratta di una presunta lettera che l’artista avrebbe scritto a Filippo I Colonna proprio da Patrica, non lontano da Paliano dove sicuramente il Merisi soggiornò durante la fuga da Roma. Il legame tra il primo libro e quest’ultimo è testimoniato anche dalla copertina in cui è la foto dell’attore Mauro Cremonini nel ruolo di Caravaggio, foto di scena dello spettacolo andato in scena nel 1992 di cui Macchi aveva curato anche la regia. È noto dai documenti che Caravaggio, in fuga da Roma dove era ricercato per il ferimento a morte di Ranuccio Tommassoni al gioco della pallacorda, si era diretto verso Napoli attraversando la Ciociaria e soggiornando nei feudi della Famiglia Colonna che lo proteggeva. Già prima di quei tragici eventi Caravaggio doveva conoscere Zagarolo, Palestrina e Paliano e soprattutto Arpino, località dove era nato Giuseppe Cesari, detto Il Cavalier d’Arpino, artista suo compagno di avventure. Il merito di questo testo, che non a caso è stato rappresento in varie località d’Europa, è la narrazione dinamica e la dialettica spazio-temporale. Il racconto non segue infatti sempre una linea di continuità storica ma si alternano il vissuto di Caravaggio ed il ricordo che di lui ha la Lena, la sua compagna modella, e le testimonianze del pittore Giovanni Baglione, il suo biografo più importante. Numerosi i personaggi tra i quali l’amico e modello Mario Minniti, le prostitute e modelle Fillide Melandroni e Anna Bianchini, il Cardinale Francesco Maria del Monte, il pittore Antiveduto Gramatica ed tanti altri, mendicanti, carrettieri, nobildonne, musici, guardie… tutto per restituire l’atmosfera di quei tempi. L’atto termina con l’Epitaffio nella scena 18 in cui viene ripresa la prima parte del concetto che compare nell’epitaffio di Pietro Bembo sulla tomba di Raffaello al Panteon: «… la natura temette mentre era vivo di esser vinta…». I dialoghi sono accompagnati da note di regia che vengono riproposte anche nella seconda parte del libro, dove, tra l’altro, sono le osservazioni per gli spettacoli tenutisi a Patrica. Il libro si completa con l’elenco delle rappresentazioni del primo e del secondo testo, foto di scena e commenti al libro ed allo spettacolo teatrale. Scrive Maria Cristina Crespo nella sua introduzione: «Potremmo definire Alberto Macchi… un apostolo di Caravaggio, con il sostegno di una scrittura dallo stile asciutto e coinvolgente, dove i paesaggi, gli ambienti, i vicoli, i chiostri, Roma e tutti gli altri luoghi sono resi fotograficamente attraverso il racconto di sole parole…». L’autore, forte di una personalità poliedrica, segue il fil rouge della storia che ama e approfondisce dalle fonti e con tutti i mezzi, anche quello della ricostruzione storica e aderire al “Gruppo Storico Romano”. La sua attività lo ha portato ad esibirsi ed a presentare i suoi testi in vari paesi, come la Francia e la Svezia, ma soprattutto la Polonia dove è membro del gruppo di ricostruzione storica di Varsavia.


Roberto Macchi
Caravaggio a Patrica
Edizioni Pro Loco Patrica, 2023
ISBN 979-12-210-4552-9