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Paolo Albertoni, attivo a Roma nel XVII sec.
Buon affrescatore, membro dell’Accademia di san Luca, sulla scia di Carlo Maratta che fu a suo tempo celebrato come il massimo pittore del suo periodo. Decisamente barocco nel dinamismo della composizione e nel sovrapporsi dei piani e dei contrasti. Affrescò una cappella nella chiesa di san Carlo al Corso a Roma, ed altri suoi dipinti in santa Marta al Collegio Romano e in santa Maria in Camposanto. In questa Resurrezione in san Francesco a Siena,l’ariosità della parte superiore contrasta con il l’aggrovigliarsi di figure in drammatico contrasto nella parte inferiore, tipico dell’estetica barocca.

Edgar Ende (1901-1965). Non lo conoscevo: tecnica notevole tutta consacrata ad un surrealismo gravido di metafore e simbolismi forse eccessivi (e un po’ funerei!).Ma questi sono i limiti storici del Surrealismo legato sempre ad un percorso criptico che spesso si compiace della sua ambiguita’ nel percorrere oscuri tunnel sotterranei ispirati all’indagine onirica che molto hanno di letture freudiane e poco del geniale sarcasmo di un Bosch…

L’isola dei morti (Die Toteninsel) di Arnold Böcklin
..E’ il fascino dei grandi maestri del Decadentismo: l’incanto del mistero sostanziato di dolcissima malinconia, l’atto finale della rinuncia degli ideali eroici, della sconfitta davanti all’ultimo viaggio, il lasciar scorrere degli eventi fatali nella comprensione filosofica del Tutto….Risento l’unico commento possibile: l’eco de ” l’Addio” di Gustav Malher, nel “cupio dissolvi” che in queste opere eccezionali conclude l’ultima spiaggia, il languire nel crepuscolo dell’eros del lungo e tormentato itinere del Romanticismo…

..L’Epidemia di Pollock ha contaminato moltissimi artefici dell’astrazione destrutturata….In arte come in natura nulla è caotico o casuale: ogni particella apparentemente libera si riconnette al Tutto. Qualche volta in Pollock i conti tornano, l’istinto si configura nell’Idea…..in molti,troppi seguaci no, il caos resta caos e l’improvvisazione resta quello che è: CASUALE!

….Ecco un esemplare dipinto di van Gogh in cui l’elemento protagonista non è la figura,né un paesaggio, e nemmeno una natura morta, ma un umilissimo paio di logori scarponi e che, esausti e muti,n raccontano della “fatica”, delle privazioni,della dimessa esistenza di chi vive del proprio duro lavoro nella quotidianità di una modesta esistenza…. Raccontano più questi scarponi malridotti e mal messi di cento “eroici” dipinti, di martiri e di oppressi e di solenni proclami sociali. Una poesia sommessa ma inequivocabile, che realizza e manifesta nell’attenzione ad un elemento apparentemente marginale un capolavoro di irripetibile “minimalismo”!

Il Neoclassicismo è uno degli equivoci più dannosi della Storia dell’Arte: ha depistato dalla propria legittima contemporaneità coinvolgendo molti valenti artisti alla ricerca di una fittizia classicità. Fra l’altro ha traviato un artista potenzialmente di genio come il nostro Canova a perseguire una presunta perfezione formale illudendosi così di resuscitare lo splendore e la Bellezza di un Fidia, di un Prassitele… Del resto,passando in Francia a proposito di artisti neoclassici, l’unica opera originale del contemporaneo David è ” La Morte di Marat” che per fortuna non ha nulla di neoclassico…