Di Daniela Passi conosco la sua passione di archeologa (laureata in topografia antica) nel ricercare e ricostruire la dimensione di una idealità spaziale remota dalle aggregazioni e sovrapposizioni accumulatesi nel tempo che tutto deforma e cancella.
La ricerca delle giuste connessioni nelle perdute monumentalità che riportano a una smarrita quotidianità, si ritrovano in piccolo nella dimensione ridotta di “topos” riacquistato ex-novo a dignità di luogo concettuale ed estetico.
Nell’ambito di una planimetria essenziale, su fondali di un campo predeterminato, si dispongono gli elementi che dal recupero di un vissuto comune assumono valore e senso di caratterizzazione del tutto nuova. Nel racconto apparentemente criptico gli oggetti recuperati diventano protagonisti di un assioma fondamentale, protagonisti essenziali di un teorema filosofico che si risolve e si giustifica nello scandire serrato di una categorica “dimostrazione” geometrica, o nell’espandersi e fluttuare di un microcosmo in espansione.
Tutto riconduce alla ragione di un sentimento, che non è contraddizione in termini, ma significa seguire e ripercorrere il materializzarsi di una emozione altrimenti indefinibile “costretta” ad enunciarsi, seppur per enigmi che riecheggiano la sicura cadenza di affascinanti geroglifici.
Nella composizione del suo ” Ponte” l’artista getta lo slancio di una ipotesi verso uno spazio, una direzionalità, forse pura utopia, ma necessario progetto di un transito evolutivo.
Le Planimetrie Essenziali di Daniela Passi
01 mercoledì Nov 2023
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