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William Merritt Chase (1849 – 1916)

Fu pittore americano celebrato con molte onorificenze in patria, ritrattista famoso molto richiesto da varie personalità; stabilì a New York una sua personale scuola di pittura.
Decisivo il suo viaggio in Europa (un classico irrinunciabile per la formazione degli artisti americani nell’ ‘800), dove ammirò i grandi impressionisti divenendone in un certo senso un seguace.
Ma l’impressionismo di Chase è un limpido e contenuto richiamo dei rivoluzionari parigini. La sua pittura risente molto di quel tardo romanticismo inglese, e di un certo classicismo che si ritrova anche in un altro grande artista americano: John Singer Sargent.
Aggiungerei anche James Whistler in questo celebre drappello, anche se quest’ultimo si distingue per maggiore sintesi e originalità.
La pittura di Chase, innamorata anche di strani richiami tardo-rinascimentali (vedi qui illustrato il “ritratto di giovane donna in costume giapponese”), vive di ottime qualità chiaroscurali e di quella solida impostazione che è tipica della scuola americana fine ‘800)

l’immagine rappresenta un dipinto di Afro Basaldella

L’Astratta l’Informale et Similia

Specifichiamo, altrimenti mi becco la nomea di cieco e retrivo formalista!…C’è il buon astratto, il cattivo e anche cattivissimo astratto, fino all’astratto/distratto!
C’è una bella differenza fra gli astrattisti che sono giunti all’astrazione attraverso l’esperienza del figurativo ( Afro, Klee, Mondrian ecc.) e gli astrattisti che esordiscono con l’astratto!( Ci si arriva all’astratto,non si esordisce!)
Mi dispiace, ma il sospetto fondato dell’improvvisazione e il solito alibi: che anche i grandi hanno usato in “libertà” colori e linee, sia ” il tana,libera tutti”! che giustifichi anche l’assoluta banalizzazione dell’astratto!
Non è così; la totale imperizia di una sia pur minima costruzione figurativa incentiva solo il sedicente astrattista confusionario e superficiale che non ha diritto di cittadinanza nel mondo dell’arte.
Chi è passato attraverso l’esperienza del figurativo, pur deforme, manipolato, dissolto e ricomposto, nelle leggi fondamentali dei rapporti spaziali e costruttivi, può accedere a buon diritto ad una astrazione significativa e di valore.
Il resto è paccottiglia presuntuosa e immotivata!

Jacopo Robusti detto Tintoretto (1518 – 1594)

Jacopo Robusti, detto il Tintoretto: altro pittore visionario e delirante; originalissimi i suoi dipinti ( di enorme estensione!),dove le figure si stemperano perdendo consistenza plastica, come fantasmi o ectoplasmi! ( come qui illustrato nella sua “Ultima Cena”)

Gustav Klimt (1862 – 1918)

Klimt – Un erotismo bizantino: un mosaico aureo che impreziosisce le usuali, teatrali perversioni di uno splendido figlio dell’ultimo capitolo del languente Romanticismo.
Chi verrà da lui e dopo di lui ( Schiele ) vivrà di un erotismo crudele e disperato..

Alfonso Simonetti (1840 – 1892)

Già figlio del pittore Giuseppe e formato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ottenne una borsa di studio nel 1864 per un pensionato a Firenze. Noto per un ritratto dal vero a Giuseppe Verdi.
Ma fu sopra ogni altra cosa famoso per i suoi paesaggi notturni di ispirazione decisamente romantica, tanto da ricordare il tedesco Caspar David Friedrich. Ma nei suoi paesaggi prevale un lirismo contemplativo dove la luce lunare espande da protagonista una magica luminosità quasi surreale.
Curioso il suo “Paesaggio all’alba con treno”, dove la locomotiva quasi evocata dal buio albore ricorda stranamente un celebre dipinto di Turner.

Qui è il ” don Chisciotte” di Daumier

Pittori o Illustratori?

Esiste la tipica pittura “illustrativa”, che cioè illustra con finalità diverse dalla pittura “pura”: è cronaca, o illustra un libro, o favole, o vari “fumetti” e storie…. Ovviamente è su un piano inferiore dal punto di vista estetico alla pittura autonoma, a sé stante, che non illustra né documenta una storia, una moda, un testo…
Ci sono illustratori anche d’alto livello come Gustave Doré, ma che non raggiunge gli apici espressivi per esempio di un pittore “puro” come Monet!… E poi ci sono gli “equivoci” estetici: il pittore dei “ciccioni” Botero,sebbene sia compreso tra i veri pittori, per la sua limitatezza espressiva e la sua ossessiva ripetitività, appartiene invece agli illustratori (e neanche tra i più prestigiosi a mio parere..), mentre invece Honoré Daumier, catalogato tra gli illustratori e caricaturisti, per la sua qualità e originalità è sicuramente un pittore sic simpliciter!
Si può passare da una schiera all’altra?… Sì, se si è Sironi, scatenato caricaturista divenuto poi uno dei pilastri della pittura del ‘900; o Tolouse Lautrec che disinvoltamente, dai pur bellissimi “affiche” pubblicitari, passa poi a dipingere da maestro la sua Parigi ” Belle époque”!

Picasso( 1881 – 1973)

Fu certo un grande innovatore, o meglio sperimentatore, grande fantasia, grande immaginazione, ed anche un notevole umorismo!…Ma confesso che aldilà del suo coraggioso, e se vuoi anche sfrontato rimettere in discussione tutto, la sua pittura non mi commuove, intendendo per questo non riuscire a “chiamarmi” dal profondo con l a forza, la bellezza e la passione del vero genio artistico…. E’ poi da considerare che, anche per sua stessa ammissione, molte sue cose sono intese come pure provocazioni, talvolta al limite dell’impudenza e geniale ciarlataneria……
Aveva certo tecnica e capacità pittoriche risolutive, insomma non era un cialtrone come molti suoi epigoni incapaci di strutturare una forma decente e che si rifugiano nell’improvvisazione informe….
Ma, ripeto, confesso di non essere mai rimasto folgorato emotivamente (se mi si passa questa espressione un po’ “romantica”) davanti a una sua opera (salvando forse solo “Guernica”, dove si manifesta un sincero pathos tragico)… Ma in quasi tutto il suo percorso c’è molto artificio e molta voglia di stupire, ma non c’è quella che in termini allusivi chiamiamo poesia!

Alberto Giacometti ( 1901 – 1966)

Vedo un dipinto di Giacometti più che dignitoso…Poi passerà tutta la sua vita con i suoi bronzetti filiformi, certo eleganti, originali….originali? Non direi: Giacometti riprese pari pari formulazioni plastiche da antiche figurine rituali molto stilizzate…Basta per essere originali?…E basta poi, per essere artista, essere solo e comunque originali?…Questa è la domanda!

Odd Nerdrum (Helsingborg, 8 aprile 1944)

Fuggito in Svezia con i suoi genitori dalla Norvegia occupata dai nazisti, ritornò poi alla fine della guerra in patria, dove completò i suoi studi artistici all’Accademia di Oslo.
Influenzato dall’esoterismo teosofico di Rudolf Steiner, si manifestò subito la sua insofferenza ai principi dell’arte contemporanea, rifugiandosi in un mondo interiore, fuori dal tempo, segnato dallo spiritualismo steineriano e nel rievocare modalità classiche ispirate agli amati Rembrandt e Caravaggio, con in più e di suo un clima sognante impregnato di forte misticismo simbolico