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L’Unione europea continua a rincorrere la questione migratoria affidandosi alla buona, ma anche alla cattiva volontà dei singoli paesi o cercando in stati democraticamente chiacchierati una protezione e così ha fatto nel vertice straordinario di fine novembre, trovando nella Turchia la sentinella dei sua confini, oltretutto altamente motivata a tenere lontani i due milioni di profughi siriani che premono ai confini dell’impero.
I terribili invasori, ora che la Turchia ha assunto il ruolo di sorvegliante dei confini del “club” Ue e al quale ambisce diventare socia, troveranno adesso altre vie migratorie, lasciando Erdogan come il surreale personaggio al quale Dino Buzzati aveva affidato la responsabilità di presidiare la frontiera dell’impero nel libro Il deserto dei Tartari (1940) che dopo aver rinforzato gli avamposti rimaneva a fissare il vuoto nell’eterna attesa della temuta invasione.
Potrebbe essere un possibile scenario, ma sicuramente è triste se non segno di disperazione di una società egoistica trovarsi ad affidare il ruolo di sentinella a un paese instabile, dove un variegato panorama terroristico semina bombe, e la sua leadership gareggia con quella russa per il titolo di Simpatico liberticida dell’anno.
Un accordo Euro-Turco per moderare, se non bloccare, il flusso delle persone che dal Medio Oriente cercano di arrivare in Europa attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”, che prevede porte chiuse ai migranti economici o, nel caso riuscissero a superare i mille ostacoli, l’arresto come è successo ai 1.300 che si apprestavano ad attraversare il mar Egeo per raggiungere le isole greche.
La Turchia è stato uno dei primi paesi ad innalzare un muro, nell’area mediterranea, contro la migrazione sul confine greco, poi sono arrivati gli altri (Bulgaria, Ungheria, Macedonia, etc.).
L’Europa dovrebbe vigilare su come saranno spesi i 3 mld di euro che verranno dati alla Turchia per migliorare le condizioni di vita dei rifugiati, un paese del resto poco propenso a rispettare i Diritti umani, ben lontano nel garantire le libertà fondamentali per i propri cittadini, e dal grilletto facile nell’abbattere sprovveduti caccia russi, visto che l’Ue continua a eludere le richieste di aiuto da parte della Grecia nel sostenere le migliaia di profughi bloccati alla frontiera con la Macedonia.
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